L’anello di silicone può essere gonfiato o sgonfiato dal Medico semplicemente aggiungendo o togliendo liquido nel serbatoio che viene punto attraverso la cute, modificando cosi il diametro dell’orifizio di svuotamento.
Con questo intervento si ottiene mediamente una riduzione del 40-50% dell’eccesso di peso ma con ampia variabilità da caso a caso, soprattutto nel mantenimento del peso a lungo termine.
Le principali complicanze del bendaggio gastrico sono rappresentate da
- dilatazione della tasca gastrica:è la complicanza più frequente, può essere asintomatica o determinare reflusso gastroesofageo, pirosi, dolore addominale e vomito; può essere risolta con la semplice regolazione del calibro dell’anello, ma talvolta richiede un nuovo intervento chirurgico.
- erniazione della tasca gastrica, che può causare frequenti o continui episodi di vomito: può essere risolta solo con un nuovo intervento chirurgico.
- restringimento cicatriziale(stenosi) della zona dove e stato posizionato il bendaggio, che provoca vomito; richiede un nuovo intervento chirurgico.
- erosione della parete dello stomacoda parte del bendaggio, fino alla sua penetrazione all’interno dello stomaco stesso. Questa complicanza richiede la rimozione del bendaggio attraverso una endoscopia o un nuovo intervento chirurgico.
- rottura del tubicino di connessionetra anello gastrico e serbatoio; infezione del serbatoio sottocutaneo.
- complicanze funzionali(nausea, vomito, pirosi, esofagite) e carenze nutrizionali, dovute in genere a scorrette abitudini alimentari.
Esiste anche una procedura non chirurgica usata in attesa dell’intervento vero e proprio o quando risulta impossibile adottare altre soluzioni. Consiste nell’applicazione di un palloncino nello stomaco (BIB) per via endoscopica che, una volta che viene riempito e dilatato, si muove e ne limita la capacità. La persona si sente sazia anche dopo aver assunto una modesta quantità di cibo. Questa procedura può essere adottata anche nell’obesità grave adolescenziale.
In previsione di un intervento di chirurgia bariatrica il soggetto obeso deve essere attentamente valutato dal Chirurgo e dall’Anestesista; in taluni casi, una valutazione multidisciplinare potrà coinvolgere Nutrizionisti, Psicologi o Psichiatri, Endocrinologi, Pneumologi e Cardiologi.
Il paziente, dopo una prima visita chirurgica nella quale si valuta l’indicazione all’intervento ed il tipo di intervento chirurgico maggiormente indicato, viene sottoposto ad una serie di indagini volte ad accertare l’eventuale presenza di patologie correlate con l’obesità e soprattutto di eventuali controindicazioni all’intervento bariatrico.
Indagini pre-operatorie
Una volta posta l’indicazione all’intervento chirurgico, il paziente viene sottoposto ad esami del sangue, delle urine e ad accertamenti ormonali per escludere che l’obesità sia originata da cause endocrinologiche.
Vengono studiate la funzionalità cardiaca con un ECG e una eventuale visita cardiologica, e la funzionalità del sistema respiratorio con una radiografia del torace, una emogasanalisi arteriosa ed eventualmente con esami più approfonditi come le prove di funzionalità respiratoria la polisonnografia notturna, esame che accerta la presenza o meno di una sindrome delle apnee notturne; in tal caso, il paziente viene valutato anche dallo Pneumologo, che deciderà se vi è indicazione a trattamento con CPAP notturna nelle settimane precedenti l’intervento chirurgico.
L’apparato digerente viene studiato con una esofago-gastro-duodenoscopia ed in alcuni casi con un RX transito esofago-gastrico per escludere la presenza di una malattia da reflusso gastro-esofageo severa, di ulcere, gastriti o ernie jatali e per valutare la morfologia gastrica; talvolta si possono associare esami piu approfonditi della funzionalita esofagea e gastrica, come la manometria e la pHmetria esofagea; in tutti i pazienti si esegue inoltre una ecografia dell’addome per escludere la presenza di colelitiasi, una patologia frequentemente associata all’obesità: in tal caso, durante l’intervento chirurgico bariatrico si potrà procedere anche ad una eventuale colecistectomia.
In base al quadro clinico, al grado di obesità e al tipo di intervento chirurgico maggiormente indicato, il paziente potrà essere valutato dai Dietologi, i quali studieranno le abitudini alimentari del soggetto, si occuperanno di spiegare e promuovere i cambiamenti alimentari più opportuni e, in particolar modo, valuteranno la necessita di un follow-up dietologico nel periodo postoperatorio. In alcuni casi il candidato ad intervento di chirurgia bariatrica viene visitato anche dallo Psichiatra, che valuterà l’eventuale presenza di controindicazioni di natura psicologica all’intervento chirurgico stesso e analizzerà la presenza ed il tipo di disturbi del comportamento alimentare al fine di contribuire ad indirizzare la scelta sul tipo di intervento ritenuto più idoneo. In base al quadro clinico, al grado di obesità e alle eventuali patologie associate, il chirurgo potrà ritenere opportune ulteriori valutazioni cliniche e strumentali. Infine, una volta effettuati tutti gli accertamenti pre-operatori, il soggetto viene visitato dall’Anestesista, il quale valuterà caso per caso il rischio operatorio.
Nel caso in cui il BMI del paziente sia superiore a 50 kg/m2, verrà richiesto al paziente un calo ponderale almeno pari al 5% del peso, prima dell’intervento (ad esempio, se il peso corporeoè pari a 120 kg verrà richiesto un dimagramento almeno pari a 6 kg).
Inoltre, nei pazienti fumatori, verrà richiesta la completa sospensione del fumo per almeno un mese prima dell’intervento chirurgico.
Valutazione anestesiologica
La visita del Medico Anestesista è un momento importante del percorso pre-operatorio, poiché è specifica competenza dell’Anestesista individuare il profilo di rischio del paziente. In base al rischio anestesiologico (basato sulle condizioni cardiologiche, respiratorie, ecc) l’Anestesista valuterà l’inserimento del paziente in tre distinte categorie:
- pazienti che non necessitano di risveglio protetto:sono i pazienti che dopo l’intervento possono rientrare direttamente in Reparto;
- pazienti che necessitano di risveglio protetto PACU (Unita di Terapia Post-Operatoria): sono i pazienti che dopo l¡¦intervento devono trascorrere alcune ore di osservazione presso la PACU,reparto semi-intensivo dove il Medico Anestesista, al termine delle ore di osservazione, stabilisce se il paziente può rientrare in Reparto o, in rari casi, essere trasferito in Rianimazione;
- pazienti che necessitano di risveglio protetto(Unita di Terapia Intensiva): sono i pazienti che dopo l’intervento devono trascorrere un periodo (solitamente di 24-36 ore) in Rianimazione per essere sorvegliati attentamente fino a quando non siano in condizione di ritornare in Reparto.
L’inserimento del paziente in una delle tre categorie descritte sopra può purtroppo modificare il tempo di attesa per l’intervento: mentre infatti i pazienti che non richiedono il risveglio protetto possono più facilmente essere inseriti nei programmi operatori, i pazienti che richiedono la degenza PACU e ancor più ICU possono essere inseriti nei programmi operatori solo quando si abbia la disponibilità del posto letto in PACU o in ICU. Questo comporta che solitamente il tempo di attesa per i pazienti ICU sia sensibilmente più lungo.
Protocollo Post-operatorio
Il rientro in Reparto del paziente dopo l’intervento chirurgico avviene in tempi diversi a seconda della categoria di rischio anestesiologica: immediatamente dopo l’intervento o dopo alcune ore di osservazione in sala operatoria.
Al rientro in Reparto il paziente ha un accesso venoso per le necessarie terapie endovenose. Solitamente non viene posizionato il catetere vescicale, tranne in casi particolari, nei quali verrà in ogni caso rimosso prima possibile.
Infine, non viene solitamente posizionato il sondino naso-gastrico, tranne in casi particolari. È comunque importante che il paziente segua scrupolosamente le indicazioni di Medici e Infermieri per quanto riguarda la ri-alimentazione.
Talvolta può essere lasciato un drenaggio addominale; si tratta di un tubicino morbido, del tutto indolore, che verrà rimosso prima possibile.
Dopo l’intervento, è molto importante cercare di alzarsi dal letto e mobilizzarsi quanto prima, possibilmente già dalla sera stessa dell’intervento, perché questo riduce sensibilmente il rischio di complicanze, anche gravi, e riduce i tempi di convalescenza. Medici ed Infermieri sono a disposizione dei pazienti per supportare e facilitare la mobilizzazione precoce.
Anche la ripresa dell’alimentazione, dapprima solo liquida, verrà iniziata quanto prima, in molti casi già dalla sera dell’intervento; è in ogni caso molto importante che il paziente segua le indicazioni ed istruzioni di Medici e Infermieri.
Generalmente non è necessario, ma in alcuni casi l’alimentazione verrà ripresa solo dopo l’esecuzione di un esame radiologico (‘rx transito’).
La degenza ospedaliera post-operatoria varia in base al tipo di intervento chirurgico effettuato e, in assenza di complicanze, ha una durata media di 1 giorno per il pallone intragastrico, e di 1-4 giorni per gli interventi chirurgici in anestesia generale.
I Medici curanti stabiliscono per ogni paziente il momento più indicato per la dimissione al domicilio, quando le condizioni cliniche lo consentono; è importante sottolineare che una prolungata degenza ospedaliera, qualora non sia strettamente necessaria, comporta rischi di complicanze respiratorie ed infettive.
Alimentazione post-operatoria
A seconda del tipo di intervento chirurgico effettuato, il ritorno ad una alimentazione solida avviene in tempi più o meno lunghi.
Nei primi giorni dopo l’intervento il paziente si alimenta con una dieta liquida e semiliquida(latte, brodo con omogeneizzati di carne, yogurt); il ritorno ad una alimentazione solidaavviene gradualmente, nell’arco di un mese e mezzo, due mesi.
Durante le visite di controllo al paziente vengono fornite tutte le informazioni riguardo al nuovo schema nutritivo, poiché il risultato a lungo termine (calo ponderale e mantenimento del peso perduto) è strettamente legato all’apprendimento e al mantenimento a tempo indefinito delle nuove regole alimentari.
Negli interventi di tipo restrittivo, una alimentazione errata con abuso di alimenti liquidi ricchi di calorie può causare infatti uno scarso risultato sulla perdita di peso o addirittura un completo fallimento. Con questo tipo di interventi inoltre può sopravvenire il vomito. Questi episodi si verificano solitamente quando il cibo viene ingerito troppo rapidamente senza un’adeguata masticazione. Occorre comunque molto più tempo del normale per ingerire il cibo, e alcuni alimenti (a esempio la carne rossa) possono essere poco tollerati. Questi fenomeni sono accentuati soprattutto nei primi mesi e di solito si risolvono gradualmente con il passare del tempo se il paziente segue le necessarie regole alimentari (pasti di piccolo volume con alimenti ingeriti lentamente a piccoli pezzi, valida masticazione, bevande assunte preferibilmente lontano dai pasti).
In base al quadro clinico pre-operatorio e al tipo di intervento effettuato, il Chirurgo ed il Dietologo potranno ritenere necessario un controllo nutrizionale post-operatorio di più o meno lunga durata al fine di valutare l’adattabilità alla nuova dieta, le eventuali difficoltà, e di prevenire abitudini errate che potrebbero avere conseguenze negative sulla perdita di peso o sulla salute del soggetto operato.
Una attenta sorveglianza nutrizionale è particolarmente importante nel bypass gastrico, che espone ad una più alta percentuale di possibili carenze nutrizionali post-operatorie rispetto agli interventi restrittivi
Le visite di controllo
Dopo un intervento di chirurgia bariatrica è fondamentale che il paziente si sottoponga a regolari visite chirurgiche e dietologiche di controllo.
Le visite vengono effettuate a 1, 3, 6 mesi dall’intervento e successivamente a cadenza annuale. È molto importante che il paziente continui a farsi seguire alle scadenze prefissate, anche se il risultato ed il decorso sono apparentemente perfetti.
È inoltre indispensabile che il paziente operato si rivolga, per i controlli successivi all’intervento, ad un Medico dell’équipe di chirurgia bariatrica che ha effettuato l’intervento stesso, o in alternativa ad un Medico del gruppo interdisciplinare per la terapia dell’obesità grave.