Manometria esofagea
Che cos’è la manometria esofagea?
La manometria esofagea a perfusione è una metodica che permette di studiare la motilità dell’esofago. Si utilizzano cateteri con un diametro di 2-5 mm provvisti di diversi canali e orifizi disposti lungo il catetere: nei sistemi “perfusi” i canali sono occupati da una colonna d’acqua e ognuno di essi è connesso a un trasduttore esterno; la pressione presente nel lume esofageo viene, in questo modo, trasmessa dalla colonna d’acqua lungo ogni canale fino al trasduttore che la trasforma in un segnale elettrico.
La manometria esofagea ad alta risoluzione (o “HRM“, acronimo dall’inglese “high-resolution manometry“) consiste in un recente sviluppo tecnologico della manometria esofagea standard; fa uso di strumentazioni manometriche dotate di un più elevato numero di sensori con relativo software di analisi capace di gestire una maggior quantità di dati.
L’utilizzo di manometri con barosensori digitali posizionati a circa 1 cm di distanza l’uno dall’altro, e disposti contemporaneamente per tutto il corpo esofageo, permette di rilevare i dati pressori e dinamici dell’esofago con risoluzione, precisione e sensibilità decisamente maggiori rispetto alla manometria standard; si velocizza così l’esecuzione dell’esame, e se ne migliora in maniera significativa la capacità di discriminazione clinica delle sindromi discinetiche di più complesso inquadramento diagnostico.
La manometria esofagea HRM viene utilizzata laddove l’esame manometrico classico non fornisca informazioni sufficientemente chiare sui processi discinetici eventualmente correlati ad una sintomatologia esofagea di tipo disfagico.
A che cosa serve la manometria esofagea?
La manometria esofagea è un esame specialistico di secondo livello; prima dell’esecuzione di questo accertamento è importante aver eseguito una gastroscopia o Rx transito-esofageo.
Prima di iniziare l’esame è opportuno segnalare al medico specialista eventuali allergie a farmaci, eventuali terapie in atto, in particolare con farmaci antiaggreganti (Ibustrin, Tiklid, Aspirina ecc) o anticoagulanti (Coumadin, Sintrom, ecc).
La manometria esofagea è un esame funzionale che utilizza un sondino flessibile, in materiale anallergico, che viene posizionato attraverso la cavità nasale sino in stomaco e poi retratto dolcemente. Durante l’esame il paziente può respirare liberamente, gli verrà chiesto di deglutire dei sorsi di acqua e fare delle respirazioni profonde.
La manometria esofagea permette di valutare la funzionalità del corpo dell’esofago e dello sfintere esofageo inferiore (SEI). In particolare consente di:
- studiare i movimenti dell’esofago a riposo e durante la deglutizione;
- studiare i movimenti dello sfintere esofageo inferiore (la valvola che separa l’esofago dallo stomaco) a riposo e durante la deglutizione;
- misurare la pressione presente all’interno di vari punti dell’esofago: corpo dell’esofago, sfintere esofageo superiore e sfintere esofageo inferiore;
- valutare l’efficacia e la coordinazione dei movimenti propulsivi nell’atto della deglutizione;
- riscontrare alterata mobilità e coordinazione esofagee.
La manometria esofagea viene richiesta dal medico qualora si sospetti una patologia che alteri la fisiologica motilità dell’esofago o delle zone contigue, o comunque nella diagnosi differenziale di una patologia correlata ad alterata funzione esofagea, tra cui:
- reflusso gastroesofageo;
- acalasia esofagea;
- spasmo esofageo diffuso;
- esofago di Barrett;
- ernia iatale;
- esofago a schiaccianoci;
- discinesie dell’esofago idiopatiche ed aspecifiche (alterazioni della motilità esofagea con causa non identificata);
- esofagite eosinofila;
- disordini motori aspecifici;
- disordini motori secondari ad altre malattie sistemiche, in particolari relativi al sistema nervoso (come sclerosi multipla, miastenia gravis, sclerosi laterale amiotrofica, ictus cerebrale e morbo di Parkinson);
- malattia di Chagas;
- malattie endocrino-metaboliche;
- malattie muscolari faringee primitive;
- distonia del muscolo cricofaringeo (sfintere esofageo superiore);
- varie malattie sistemiche come collagenopatie, sclerosi sistemica, patologie neuromuscolari, patologie multiorgano.
La manometria esofagea può essere utile qualora il paziente presenti sintomi e segni che possono essere correlati ad una alterazione della motilità esofagea, tra cui:
- vomito
- reflusso con sensazione acida o amara in bocca
- disfagia (difficoltà alla deglutizione)
- pirosi retrosternale (bruciore)
- dispepsia (cattiva deglutizione)
- nodo alla gola
Come si svolge la manometria esofagea?
Per le modalità dell’esame, NON è possibile eseguire sedazione ad esempio con benzodiazepine, perché potrebbero non permettere la piena collaborazione del paziente durante tutto l’esame e soprattutto perché – essendo miorilassanti – andrebbero ad interferire con la motilità esofagea, alterando i risultati dell’esame, che potrebbe fornire falsi positivi (paziente normale che appare erroneamente avere un deficit di motilità esofagea causato dalla sedazione).
Durante l’esame il paziente viene posto in posizione seduta.
Il catetere viene introdotto attraverso una narice fino all’orofaringe previa applicazione di un gel lubrificante nella cavità nasale per rendere meno fastidioso lo scorrimento del sondino; a questo punto viene chiesto al paziente di flettere il capo in avanti e deglutire dell’acqua mediante una cannuccia in modo da facilitare il passaggio del tubo in esofago.
Il catetere è correttamente posizionato quando almeno tre orifizi di misurazione si trovano nello stomaco: di qui in avanti il paziente dovrà rimanere supino con la testa dritta. Durante l’esame il paziente può respirare liberamente, gli verrà chiesto di deglutire dei sorsi di acqua e fare delle respirazioni profonde.
La manometria esofagea è generalmente ben tollerata non procura dolore ma solo un modesto fastidio all’introduzione della sonda.; occasionalmente si possono verificare lacrimazione, vomito e/o tosse. Dopo l’esame il paziente potrà alimentarsi regolarmente e assumere qualunque tipo di farmaco.
Norme di preparazione della manometria esofagea
La preparazione alla manometria esofagea consiste nel digiuno a partire almeno dalle 4 ore precedenti l’esame (pertanto se l’esame viene effettuato al mattino, si raccomanda il digiuno dalla sera precedente l’esame, mentre quando è programmato al pomeriggio è consentita una colazione leggera al mattino) e nella sospensione delle terapie farmacologiche che possono influenzare la motilità dell’esofago e dello sfintere esofageo inferiore quali antiacidi, procinetici (metoclopramide, cisapride, domperidone, bromopride…), calcio antagonisti e/o nitroderivati (nifedipina, verapamil…), che possono inficiare l’esame.
Risulta opportuno portare con sé eventuali referti endoscopici o radiologici relativi alla stessa patologia oggetto dell’esame. Gli esatti risvolti dell’indagine saranno illustrati in maggior dettaglio dal medico specialista prima e durante l’esame.
L’esame standard viene svolto solitamente in modalità ambulatoriale: al termine dell’esame – salvo complicazioni – il paziente può tornare alle sue normali attività e guidare autoveicoli.
Controindicazioni
La manometria esofagea potrebbe essere controindicata in pazienti:
- non collaboranti (ad esempio alcuni pazienti psichiatrici);
- con stato mentale alterato;
- che non possono capire o seguire le istruzioni del medico;
- allergici a sostanze e materiali usati;
- con stenosi della faringe o dell’esofago (ad esempio in caso di tumori);
- con patologie cardiache (la manometria può determinare una stimolazione vagale che interferisce con l’attività cardiaca);
- con coagulopatie gravi e non trattate (rischio di emorragie anche mortali in caso di lesioni);
- con lesioni esofagee, tra cui varici, diverticoli ed ulcere.
In questi casi, il medico potrebbe valutare la possibilità di rinviare l’esame o sostituirlo – se possibile – con altro esame.
Il referto della manometria esofagea
Il referto dell’indagine, se venisse eseguita solo la Manometria Esofagea, verrà consegnato il giorno stesso dell’esame. Nel caso in cui oltre alla Manometria Esofagea, si esegua anche la PH-impedenzometria, allora il referto verrà consegnato il giorno successivo, al termine della PH-impedenzometria che ha durata di 24 ore.